Hat-trick

Alessandro Del Piero ieri sera ha segnato una tripletta contro la Fiorentina portando il numero di gol in bianconero a 185 e sorpassando Giampiero Boniperti come recordman.
Del Piero è ormai ridotto a riserva nella Juventus, di lusso oserei dire, ed il suo atteggiamento e comportamento testimoniano della serietà  della persona che ne fa il mio calciatore preferito. Ps: leggetevi qusto articoletto di qualche anno fa 😉

4 luglio 2000

LA CROCIFISSIONE DI ALESSANDRO DEL PIERO…

I nostri “amati” giornalisti hanno trovato il colpevole della sconfitta contro la Francia. Tra tanti articoli beffardi e ironici scritti da persone che non vedevano l’ora di scaricare le loro frustrazioni su qualcuno ecco invece qualcosa di intelligente da Repubblica.it

Un fuoriclasse che non riesce a tornare quello di prima C’E’ UN UOMO solo sul banco degli imputati. E’ un miliardario di 26 anni di nome Alex Del Piero. Suoi, lo dicono tutti i commentatori, gli errori che hanno condannato l’Italia alla beffa di Rotterdam. La colpa della sconfitta è sua, non di altri. Non di Albertini, ad esempio, che ha perso in modo banale il pallone che ha innescato il pareggio dei francesi. Non di Cannavaro, che con un intervento fuori tempo ha messo Wiltord solo solo davanti alla porta. E nemmeno di Toldo, apparso molle sul tiro del centravanti transalpino. Errori rilevati dalla stampa italiana, ma che passano in secondo piano di fronte ai gol sbagliati da Del Piero, che potevano chiudere la partita. Nessun calciatore italiano, nella storia recente della Nazionale, è stato sottoposto ad un simile linciaggio (se la parola vi sembra troppo forte potete sostituirla con “trattamento”, la sostanza non cambia). Non Gigi Di Biagio, che proprio contro la Francia, nell’ultima edizione dei Mondiali, sparಠsulla traversa il rigore decisivo. E nemmeno Baggio e Baresi, che fecero qualcosa di analogo nella finale di Pasadena contro il Brasile. Financo il rigore mancato da Zola contro la Germania negli Europei del ’96 passಠquasi sotto silenzio, in quel caso il capro espiatorio c’era già : Sacchi. Lo stesso Del Piero, del resto, non si sottrae di fronte alle accuse. Anzi con molta onestà , questo almeno gli va riconosciuto, ha subito dato il via a un tormentone che – c’è da scommetterci – durerà  parecchio: “Se abbiamo perso la colpa è mia, tutta mia, soltanto mia”, ha detto ieri sera a botta calda, visibilmente sotto choc. Nessuno per consolarlo parafraserà  la canzone di De Gregori (“Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore…”). Nessuno, o pochi, gli ricorderà  che l’errore di una punta che si trova davanti al portiere fa parte del calcio, della sua logica e della sua bellezza. Nessuno, o pochi, gli dirà  che in questi Europei un altro fuoriclasse come lo spagnolo Raùl ha sbagliato il rigore decisivo, guarda caso proprio contro la Francia, che ha mandato a casa le Furie rosse. C’è qualcosa di profondamente ingiusto in tutto questo. E c’è allo stesso tempo qualcosa di assolutamente vero. Ingiusto, perchè chi sa di calcio sa anche che le partite non si giudicano dall’errore del singolo (sia esso calciatore o arbitro), e che mancare due occasioni da gol vuol dire al tempo stesso avere creato due occasioni da gol. Cosa che non tutti sanno fare. Come non tutti sanno fare quello che lui ieri sera ha fatto, oltre che mangiarsi la rete della tranquillità : allargare la squadra, farla salire, tornare in difesa a sradicare palloni a Zidane quando era il momento di soffrire. Nessuno, o pochi, gli sarà  riconoscente per la sera eroica di Amsterdam, una sera da mediano anzichè da fuoriclasse. Ma qualcosa di vero, e al tempo stesso giusto, nelle feroci critiche rivolte a Del Piero c’è. Piovono su di lui e non sugli altri perchè lui è un fuoriclasse, è perchè nei momenti decisivi la squadra, i tifosi, la nazione intera, a lui si affidano. E’ la dura legge del gol, o se preferite del non-gol, che si accanisce contro la stella che non brilla, o che non brilla come sa. Brillare, contro i francesi, significava spingere in porta almeno uno dei due palloni che si è trovato tra i piedi a tu per tu con Barthez. Non ci è riuscito e questo, per moltissimi tifosi, rimarrà  il momento clou della finale di ieri sera. Il momento del grande spreco. E a giusta ragione. Si dice che Del Piero sia un campione che non riesce mai ad incidere quando il gioco si fa duro, quando le partite diventano davvero importanti. Nemmeno questo è vero, la Juventus deve a una sua prodezza la conquista della Coppa Intercontinentale, l’ultimo trofeo internazionale conquistato dai bianconeri. Sembra piuttosto che Alex si sia infilato dentro un tunnel dal quale non riesce più ad uscire, schiacciato dal peso del suo contratto miliardario, dal dualismo di ieri con Baggio e di oggi con Totti, dall’ansia di dimostrare di essere tornato un campione dopo l’incidente che lo ha tenuto fuori per un anno dai campi di gioco. La mite determinazione con cui si è ripresentato nella Juve e nella Nazionale sino ad oggi non è stata sufficiente a fugare i dubbi su di lui, a consacrarlo campione non solo di fronte ai suoi tifosi bianconeri ma a quelli di tutta Italia. Eppure il suo recupero sarà  fondamentale. Non solo per Ancelotti e per l’Avvocato, ma anche per Zoff. Campioni così non ne nascono tutti i giorni, perderlo sarebbe un peccato