ROMA – «Una proposta indecente». Famiglia Cristiana boccia duramente la proposta del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, sulla raccolta delle impronte digitali dei bambini rom. «Alla prima prova d’esame – scrive Famiglia Cristiana nell’editoriale del nuovo numero – i ministri “cattolici” del governo del Cavaliere escono bocciati, senza appello. Per loro la dignità dell’uomo vale zero. Nessuno che abbia alzato il dito a contrastare Maroni e l’indecente proposta razzista di prendere le impronte digitali ai bambini rom». «Avremmo dato credito al ministro – sottolinea il giornale di ispirazione cattolica nell’editoriale di questa settimana – se, assieme alla schedatura, avesse detto come portare i bimbi rom a scuola, togliendoli dagli spazi condivisi coi topi. Che aiuti ha previsto? Nulla».
VOLTO FEROCE – «Non stupisce, invece – continua Famiglia Cristiana – il silenzio della nuova presidente della Commissione per l’infanzia, Alessandra Mussolini (non era più adatta Luisa Santolini, ex presidente del Forum delle famiglie?), perchè le schedature etniche e religiose fanno parte del Dna familiare e, finalmente, tornano a essere patrimonio di governo. Non sappiamo cosa ne pensi Berlusconi: permetterebbe che agenti di polizia prendessero le impronte dei suoi figli o dei suoi nipotini?». «Oggi, con le impronte digitali – prosegue – uno Stato di polizia mostra il volto più feroce a piccoli rom, che pur sono cittadini italiani. Perchè non c’è la stessa ostinazione nel combattere la criminalità vera in vaste aree del Paese? La Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia (firmata anche dall’Italia, che tutela i minori da qualsiasi discriminazione) non conta più niente. La schedatura di un bambino rom, che non ha commesso reato, viola la dignità umana».