Sono un amante delle serie tv americane e cerco di vederle in parallelo all’uscita originale. Per aiutarmi nella comprensione utilizzo i sottotitoli in inglese (ma anche quelli in italiano non sono male).
Oggi ho letto una intervista a Mario Cordova, doppiatore di film, cartoni animati e serie tv e arrivato alla parte sotto riportata sono rabbrividito.
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Chi ha visto Will & Grace in italiano NON ha visto Will & Grace, ma un adattamento della serie originale: scandaloso!!
Che in un film si debbano adattare delle parti per farle coincidere col labiale e con la trama lo posso capire, ma arrivare a prevedere battute nuove per una serie che vive di battute e gag, mi sembra davvero esagerato.
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3 risposte a “Il senso del doppiatore”
Anche io sono abbastanza integralista, e ormai le serie le guardo tutte in lingua originale.
A chi mi da del fanatico, rispondo così: “Compreresti un disco di Madonna, sapendo che le canzoni sono state tradotte e ricantate da Anna Tatangelo?”
Beh, dai, mi sembrate un po’ troppo estremi.
Se una battuta riguarda fatti o personaggi che in Italia non si conoscono, senza aggiustamenti non si capirebbe nulla e il tutto diventerebbe un po’ stucchevole.
Certo tradurre la parola quarterback con terzino, o cose del genere, fa pena, ma bisogna comunque rendere il prodotto appetibile al pubblico italiano.
In fondo chi guarda Will & Grace vuole farsi due risate, mica comprendere la societĂ americana!
Concordo col Gaspa.
Prendete ad esempio Blues Brothers e ditemi quanti hanno colto la citazione ironica di Rawhide.
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