Differenze culturali

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Pranzo romano dal “Bolognese” per Nicolas Sarkozy, al termine dell’udienza in Vaticano con Benedetto XVI. Non una saletta riservata per l’occasione nel ristorante dei ‘vip’ nazionali e stranieri, ma una tavolata per sedici commensali, tutti della delegazione francese, nella sala principale. Il capo dell’Eliseo, affabile e cortese, ha salutato gli altri ospiti mentre era accompagnato al suo tavolo prenotato con qualche giorno d’anticipo dal cerimoniale. Il menu e’ stato dei piu’ classici: prosciutto e mozzarella di bufala, fritti vegetali alla romana come antipasto; poi tagliatelle al ragu’ seguite da una cotoletta alla bolognese. Una chiusura leggera con sorbetto di frutta. Come vini sono stati serviti Dolcetto d’Alba e Orvieto bianco. Dopo poco piu’ di un’ora il presidente francese si e’ riaffacciato a piazza del Popolo.

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Ecco invece cosa sarebbe successo se al ristorante ci fosse andato un qualunque Presidente della Repubblica Italiana (by dedioste):
20 auto di scorta, minimo 150 commensali, traffico bloccato e deviato all’interno del GRA ed elicotteri
esponenti di maggioranza e opposizione che si affrettano a fare dichiarazione sul menù per sperare di apparire nella nota politica del tg1 delle 20
il giorno dopo Stella scrive un pezzo dicendo che mentre il nostro presidente pranza al bolognese e spende 20mila euro, il suo equivalente tedesco pranza da mcdonalds e ne spende 4.99
dopo 2 giorni grillo riprende la cosa nel suo spettacolo, dicendo che secondo la house of eating out habits, l’italia è al 452esimo posto della classifica mondiale della libertà  culinaria, dietro Laos, Burundi e Swaziland
dopo 4 giorni un esponente della cosa rossa annuncia che verrà  fatta una proposta di legge per limitare a 5mila euro i conti che il presidente puಠmettere in nota spese
dopo 5 giorni studio aperto delle 12 apre con il titolo “EMERGENZA CONTI DEL RISTORANTE”
– la proposta dopo 10 giorni va alla camera a veiene approvata a maggiornaza schiacciante
dopo 15 giorni è al senato, ma lì un senatore di maggioranza dissidente, rappresentante in realtà  della lobby dei ristoratori, minaccia di lasciare il governo se viene votato un regolamento liberticida, che lede la capacità  di discernimento nell’organizzazione di eventi diplomatici delle più alte cariche dello stato
il provvedimento viene ritirato
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