Il film racconta la vera storia di Charlie Wilson, deputato del Nevada ed il suo impegno per il popolo afgano.
Wilson è arriva da un distretto del Nevada che non ha molto da chiedere ed è quindi disponibile a “prestare” voti agli altri colleghi. Il deputato non è un modello di rappresentante della cosa pubblica: beve, tira di coca, vita dissoluta; ma, grazie ad un reportage dall’Afghanistan di Dan Rather si interessa alla guerra che la popolazione locale combatte contro l’invasore russo.
Sfruttando le due commissioni di cui fa parte, i favori concessi, Wilson riesce a portare il budget per i combattenti afgani da 5 milioni a 1 miliardo di dollari e mettendo in piedi una alleanza segreta con Egitto, Israele, Arabia Saudita e Pakistan. Grazie alla sua battaglia nel congresso, ai suoi viaggi in Pakistan e nei campi profughi ed al supporto di un “impiegato” dei serivizi, Wilson riesce ad armare gli afgani e permette loro di sconfiggere i sovietici fino al loro ritiro.
Il trionfo della vittoria si spegne nel finale del film, quando, nonostante le sue pressioni, il Congresso decide non stanziare nulla per la ricostruzione di uno stato distrutto dai bombardamenti e dalle razzie russe.
Ottimo Tom Hanks nel ruolo di Charlie Wilson in scena nel 95% delle scene, stupendo Philip Seymour Hoffman (che incassa la candidatura all’Oscar come miglior attore non prtagonista) nell parte di Gust Avrakotos l’agente della Cia che collabora con Wilson e buona prestazione anche di Julia Roberts nei panni di Joanne Herring, ricca texana che raccoglie soldi per la causa.
Dialoghi belli e conditi da un umorismo mai grezzo o forzato.