Cominciamo dai Repubblicani che viene facile: John McCain sarà il candidato del GOP per la presidenza degli Stati Uniti d’America.
Il reduce da cinque anni di prigionia in Vietnam sbaraglia, come previsto, gli avversari e si aggiudica gran parte degli stati impegnati nelle primarie. Romney cerca di tenere il passo, ma deve combattere anche l’insistenza di Mike Huckabee che gli porta via una fetta di elettorato religioso, fondamentale per rimanere in scia.
Addirittura quando McCain non ha probabilità di vittoria, vedi West Virginia, i suoi elettori spostano i voti su Huckabee per non far prendere delegati a Romney.
La situazione delegati è la seguente:
John McCain: 542 delegati + 17 superdelegati = 559
Mitt Romney: 256 delegati + 9 superdelegati = 265
Mike Huckabee: 166 delegati + 3 superdelegati = 169
La situazione soldi vede Huckabee al verde, Romney che provvede con il suo patrimonio personale e McCain tranquillo grazie ai notevoli incassi delle ultime settimane.
Last but not least arrivano le voci di un coinvolgimento di Michael Bloomberg (Sindaco di New York) nella squadra di McCain. Girano da diversi mesi voci di una candidatura indipendente, alla Ross Perot, di Bloomberg; la candidatura scompaginerebbe e di molto i piani di vittoria di un qualsiasi candidato repubblicano, ma pare che alla luce dell’amicizia personale che lega il Sindaco a McCain si cercherà un accordo che preveda la vice presidenza a Bloomberg e l’accordo che sarà il candidato per l’elezioni del 2012.
Anche dall’altra parte era facile fare una previsione: corsa aperta e via verso altre primarie.
Hillary Clinton e Barak Obama chiudono praticamente alla pari la contesa e la vera differenza la stanno facendo i Superdelegati che hanno già espresso una preferenza.
La situazione al momento è la seguente:
Hillary Clinton: 590 delegati + 193 superdelegati = 783
Barack Obama: 603 delegati + 106 superdelegati = 709
Barack porta a casa il maggior numero di stati, ma Ilaria si pappa California e New York per rimanere in scia del Senatore dell’Illinois Difficilmente uno dei due riuscirà ad arrivare alla convention di agosto a Denver con i 2025 delegati necessari all’elezione e quindi avremo, per la seconda volta nella storia, una brokered convention in cui saranno le trame di partito a decidere il candidato.
L’apparato e’ clintoniano, non ci sono dubbi, nonostante alcuni esponenti dei Kennedy tra cui il patriarca Ted, si siano schierati con Obama, ma se Barack dovesse presentarsi a Denver con più delegati di Hillary sarà davvero dura cambiare l’esito del voto popolare.
Prossimi appuntamenti:
9 febbraio con Louisiana, Nebraska e Washington (200 delegati)
12 febbraio con Distretto di Columbia, Virginia e Maryland (240 delegati)