Contromano

Silvio davanti e dietro tutti quanti

Ci ho messo qualche giorno e molti post letti per elaborare il risultato elettorale, ma ecco il momento dei miei due cents sull’argomento.

Cominciamo con quello che ho letto e consiglio di leggere (se non l’aveste gi  fatto):

– due post (uno e due) di Suzukimaruti, blogger politico di riferimento, in cui il torinese prende due impegni: uno è quello di migliorare se stesso e l’altro quello di arricchirsi il più possibile, ma rispettando le leggi in vigore. Questa uscita ha ovviamente scatenato un vespaio di polemiche avendo toccato il nervo scoperto del militante di sinistra, cioe’ il rapporto tra militanza e soldi.

il post, come sempre acido e cattivo, di Sasaki Fujica fujika, che sostiene la teoria “siete un pubblico di merda”.

– le poche righe di Alessandro Gilioli, che porta alla luce come i media non abbiano il “polso” della situazione.

– il bellissimo post di Zoro, che rischia di scalzare Suzukimaruti come blogger politico di riferimento, in cui sostiene che il PD non è certo il partito che vorrebbe, ma è quello che c’e’ al momento e su cui si deve lavorare.

– un post di Alessandro Tavano sul blog del circolo online del PD in cui si spiega come la sconfitta di Illy in FVG sia innaturale rispetto al lavoro svolto, ma naturale rispetto ai giorni che viviamo.

– last but not least i post di due amici: i voti ai risultati elettorali di Massimo su Sisifo Felice e le 10 cose che penso di Mauro su Ragazzo Fortunato.

Cominciamo col dire che non sono affatto stupito del risultato elettorale e nonostante i miei pronostici trionfalistici, la vittoria del centro destra non mi ha preso alla sprovvista. Le vere sorprese delle elezioni sono state due: il risultato della Lega e quello della Sinistra arcobaleno.

La Lega Nord ha lavorato bene, poche apparizioni in televisione e tanta presenza nelle strade, nei mercati e nelle piazze e sul tutto il territorio in generale; hanno consolidato le posizioni e si sono espansi verso sud (cioe’ dalle valli verso la pianura) ciucciando voti un po’ a tutti. In questo momento la Lega, volenti o nolenti, è il partito di riferimento del lavoratore dipendente stanco, stufo e spaventato e non importa che queste sensazioni siano giustificate dai fatti perche’ il feeling, l’umore valgono più di cento articoli di giornale o editoriali televisivi.
La Lega, con le sue parole d’ordine dirette, chiare e mirate alle paure tipiche di una società  civile ha colpito nel segno ed e’ riuscita a farlo nel momento giusto; queste elezioni erano decisive per capire se Bossi e i suoi sarebbero stati confinati in un preciso ambito geografico o avrebbero avuto un futuro politico e lo spaventoso numero di voti presi li ha legittimati a sedersi ad ogni tavolo che distribuirà  posti di potere. Il rischio grosso è la trasformazione da forza di lotta a forza di governo, soprattutto se non riusciranno a portare a casa risultati che giustifichino i voti presi.
Il vero sconfitto del voto leghista è Roberto Formigoni che si trova in una posizione scomoda, perche’ se otterrà  un ministero “importante” dovrà  lasciare la guida della regione ed il posto è rivendicato dalla Lega per Castelli (brrrr), ma Silvio non vuole proprio mollare la sua amata regione e quindi è probabile che il ciellino Roberto non avrà  il suo ambito incarico e scornato (e deriso) tornerà  a casa con la testa bassa.

La Sinistra Arcobaleno è uscita con le ossa rotte dalla competizione elettorale, nessun deputato e nessun senatore ed un risultato che nessuno avrebbe mai potuto prevedere. Le cause di tutto ciಠsono in parte riconducibili al “voto utile” più volte chiesto dal PD, ma anche dalla troppa eterogeneità  della coalizione. L’idea di unire le forze di sinistra secondo me non è affatto malvagia, ma doveva essere fatta per tempo e senza che nessuno facesse la gara a smarcarsi fino al giorno prima delle elezioni (Diliberto). SA paga anche i due anni di governo Prodi? Diciamo di si, ma non credo in misura tale da passare da un teorico 10% ad un reale 3. Il problema vero adesso non sono i soldi, perche’ comunque porteranno a casa 13 milioni di rimborso piu’ quanto dovuto per la legislatura precedente, quanto di visibilità  mediatica che pian pianino scemerà . Non sarà  facile ricostruire e le alleanze politiche nei comuni, nelle province e nelle regioni dovranno essere il punto di partenza.

Il Partito Democratico chiude a quanto doveva chiudere, inutile fare voli pindarici; la mia unica aspettativa era il 4 dopo il 3, ma non ci si è arrivati. Rispetto all’Ulivo il PD prende circa il 3% in più (ricordiamoci che almeno un 1,5% è uscito dai DS al momento della fusione con la Margherita) e questo eviterà  i soliti regolamenti di conti di cui la politica italiana è maestra. Adesso Veltroni e compagnia avranno davanti 12 mesi per consolidare le basi del PD in attesa del primo e vero banco di prova che saranno le elezioni europee del 2009. Se vogliamo trovare un dato positivo e’ la crescita al nord, in alcuni casi molto marcata, che almeno spezza una tendenza di risultati al ribasso degli ultimi anni. All’interno del PD riescono ad essere eletti anche un piccolo tot di deputati e senatori del Partito Radicale e la mia anima laica ringrazia. Spero che adesso Veltroni riesca a fare, non dico piazza pulita (utopistico), ma almeno un pಠdi pulizia per crescere una nuova classe dirigente giovane e più in linea con il paese.

Il Popolo delle libertà  vince le elezioni, si conferma primo partito, ma non sfonda raccogliendo i voti di FI e AN di due anni fa. In Veneto addirittura il risultato è disastroso a tutto vantaggio di Lega e PD; il PDL non ha convinto i leghisti più moderati e poco o niente è arrivato dall’UDC. Sono sicuro che Bondi e soci hanno cominciato a discutere dei risultati elettorali ed e’ anche possibile che il progetto di partito unico subisca un rallentamento. Il PDL una cosa positiva l’ha fatta: zittire i simpatici colonnelli finiani da Gasparri a La Russa, anzi ha praticamente zittito tutta AN e tutto questo silenzio non promette nulla di buono per Silvio a meno che non si allarghino i cordoni della borsa, cioe’ dei posti ministeriali o equivalenti per accontentare tutti.

L’UDC riesce a resistere all’uscita di Giovanardi emigrato nel PDL e col 5,6 piazza qualche deputato, qualche senatore, ma soprattutto tira un grosso sospiro di sollievo. Casini ha vinto la sua scommessa contenendo le perdite e adesso ha un solo modo per cavalcare l’onda mediatica: opposizione al governo berlusconiano con qualche distinguo durante il cammino.

L’IDV ha mantenuto a galla la coalizione di centro-sinistra grazie al raddoppio dei voti. Le parole d’ordine di Di Pietro sono simili a quelle della Lega, ma rivestite con maggiore democrazia e solidarietà  ed hanno fatto presa su un pubblico di indecisi, che non ha appartenenze precise e che ha trovato nell’ex PM un voto utile poco compromesso col passato e non berlusconiano. Giusta l’idea di Veltroni di cercare un apparentamento con l’IDV che ha portato acqua alla coalizione ritagliandosi un ruolo importante nel futuro del centro sinistra italiano.

PSI, non pervenuto. Spero che nessuno dei dirigenti del PSI si aspettasse di più di quanto preso e la beffa dell’1% mancato di poche migliaia di voti (ergo niente contributi) chiude in maniera triste la storia di un partito che è indissolubilmente nella storia del nostro paese. Secondo me nel giro di qualche mese i pochi rimasti confluiranno nel PD per fare asse con i Radicali.

La Destra doveva fare fuoco e fiamme con la sua candidata premieri che non la dava a nessuno, ma anche gli elettori non l’hanno dato a lei (scusate il gioco di parole triviale). IL 2,4% è davvero il minimo per rimanere in vita e neanche le regioni amiche, Lazio in testa, portano sostegno a Storace e compagni (ihihihi). Primo risultato del voto? Apparentamento con Alemanno per le elezioni a Roma.

Silvio ed alleati hanno una maggioranza molto forte, sia alla Camera che al Senato e questo dovrebbe produrre un governo stabile e duraturo anche se alcune questioni porteranno alla luce le contraddizioni tra componenti diversi della coalizione. Si prevede un alto tasso di conflittualità  sotterranea ed un logoramento del premier che non gioverà  alla durata del governo, ma ricordiamoci che “comandare e’ meglio che fottere” e alla fine troveranno sempre una quadra distribuendo incarichi e cariche politiche. La Lega si accontenterà  di avere il governatore del Veneto e premerà  per ottenere qualche provvedimento per giustificare la presenza romana. AN ha sete di potere e sarà  ricompensata con ministeri e con tutti quegli incarichi nel sottobosco politico tanto amati dagli uomini di FIni. Forza Italia non esiste se non nella figura del suo dio, ma anche in quel caso Silvio divrà  lavorare su Formigoni che se decidesse di mettere in piedi un partito regionale porterebbe via una marea di voti.
Non saranno calcoli facili, ma fare, ma di solito il centro destra è sempre stato piu’ bravo del centro sinistra nell’utilizzo del manuale Cencelli.

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